Intervista ad Andrea Boldi nel primo numero di "52025"

Il Grande Assassino. Intervista con l’autore.

Riportiamo con piacere l’intervista  all’autore de “Il grande Assassino” Andrea Boldi realizzata da Alessandro Chimenti e che potete trovare nel primo numero di “52025” periodico di Cultura, tradizione, arte, storia e turismo.

Fin dalla sua prima edizione il “52025” pone le proprie pagine a disposizione di scrittori ed artisti locali, con l’unico fine di dar loro la massima visibilità. Con l’auspicio che tale iniziativa divenga una gradita tradizione, anche questo mese offriamo ai nostri lettori l’esperienza di un’intervista con l’autore dell’ultima novità narrativa edita dalla casa editrice Settore8.

Signor Boldi, quando ha deciso di iniziare a scrivere il suo nuovo romanzo?

Prima di tutto grazie per avermi concesso questa intervista. Se si riferisce a questo romanzo in particolare, “Il grande assassino” che sarà presentato in anteprima alla Mondadori di Figline V.no il 3 e il 4 dicembre, l’idea era nata già da diversi anni. Subito dopo la pubblicazione avvenuta a gennaio 2012 del mio primo romanzo “Nel Buio”, mi era balenata in testa l’idea di realizzare una serie. Poi il progetto è stato accantonato per un bel po’. Nel frattempo ho pubblicato il secondo romanzo “Crisi nel potere”, thriller con intrighi internazionali, ambientato tra Italia e America. A gennaio di quest’anno, dopo la pubblicazione ed il successo de “Il redentore”, ho ripreso in mano il tutto finché quel piccolo “seme” è germogliato nella mia testa ed è diventato un romanzo “Il grande assassino” per l’appunto

Perché ha scelto di affrontare questo argomento ed ambientarlo nel suo contesto di vita?

Uno si augura che non succeda mai, invece il cancro è una piaga in continua crescita. Pensi che ci sono circa 363.000 nuovi casi registrati ogni anno dal AIRTUM (l’associazione italiana registro tumori), anche se onestamente sono stati fatti passi da gigante nella cura ed è aumentata sensibilmente la percentuale di guarigione. Quando poi, “Il grande assassino” colpisce amici, parenti mi sono sentito molto più vulnerabile e sensibile alla causa. Non a caso il libro è dedicato a tutte le persone che hanno avuto a che fare con il cancro e che purtroppo non ce l’hanno fatta.

Lei è un “analista contabile ad indirizzo informatico gestionale”. Qual’è stata dunque la spinta che ha indirizzato i suoi interessi verso la narrativa?

Mentre leggo la domanda sorrido. Lo sa perché? Ho raccontato talmente tante volte questa cosa che il mio testimone di nozze mi ha detto” basta! Abbiamo capito. Non raccontarla più! Io ogni volta invece ho un piacere immenso nel ricordarlo e raccontarlo. Fino alla quarta superiore le sembrerà strano, ma non avevo mai letto un romanzo. Mi piacevano molto i fumetti ed i film americani, quelli che forse hanno in qualche modo influenzato il genere che poi prediligo, sia nella lettura che nella scrittura. Insomma ecco la storia. Dopo un compito di Italiano disastroso, la professoressa mi disse: “se qui non cominci a leggere, neanche imparerai a scrivere”. Presi il suo consiglio alla lettera, da prima titubante, mi immersi nella lettura del mio primo libro “tempi memorabili” di Carlo Cassola e fu amore a prima vista per la lettura. Da lì in avanti ho iniziato a leggere tanto, e da auto didatta ho fatto tantissimi corsi di scrittura creativa. Proprio durante quegli anni, sono cominciate a nascere in testa quelle che Patricia Highsmith, grandissima scrittrice di gialli statunitense, chiama “germe dell’idea”. Ho imparato a farne tesoro. Anche se scrivo ovviamente con un computer, giro sempre armato di penna e taccuino, proprio per appuntare, quando succede, l’idea di base su cui poi vado a lavorare per sviluppare, trama, personaggi e tutto il resto.

Si tratta di una pubblicazione autofinanziata, oppure è stata sostenuta da sponsor privati e/o contributi pubblici?

No assolutamente. Dopo il successo de “Il redentore”, sono stato notato dalla casa editrice Settore8 Editoria. Maurizio Baldi insieme ad Andrea Sansoni, hanno creduto e sostenuto economicamente questo progetto.

Questa non è la sua prima pubblicazione. Qual’è, a suo avviso, il valore aggiunto dell’opera in oggetto rispetto alle precedenti? Vi è stata un’evoluzione stilistica nella costruzione dei personaggi o della trama?

No infatti. Questo è il mio quarto romanzo. Il primo però che verrà distribuito a livello nazionale, e già questo di certo è un valore aggiunto rispetto ai precedenti. In termini invece di contenuti, dovremo aspettare onestamente il responso dei lettori, però posso dire una cosa in base ai commenti che i lettori stessi lasciano sulla mia pagina Facebook. Tutti indistintamente hanno detto che sono migliorato molto nella scrittura. Questo significa che il lavoro che sto facendo ogni giorno da diversi anni, sta dando i suoi risultati. Credo che nessuno nasca imparato. Qualcuno dice che l’essere scrittori fa parte del pacchetto, cioè che lo abbiamo nel DNA. Io credo che con la passione, la lettura e l’abituarsi a scrivere seguendo i consigli dei corsi di scrittura creativa, si riesce ad imparare e migliorare tantissimo sviluppando poi un proprio stile. Quindi direi di sì. E’ migliorato tutto da tutti i punti di vista.

Da dove ha tratto ispirazione per i personaggi e le ambientazioni del romanzo? Trattandosi di una collana poliziesca dal sapore noir, cosa dovrà aspettarsi il lettore nelle prossime edizioni?

L’ispirazione dei personaggi sempre dal famoso “germe dell’idea”. Li immagini, li pensi e poi pian piano li costruisci nella tua testa dandogli vita su carta. Le ambientazione invece dall’amore profondo per la mia terra. Il Valdarno. E poi onestamente è troppo più semplice scrivere di una cosa che conosci bene, e magari se in quel momento i cassettini della memoria fanno i capricci, puoi sempre prendere la macchina ed in pochi minuti visitare personalmente i luoghi e toglierti ogni dubbio. Sto già lavorando ad un nuovo romanzo della stessa serie che tra l’altro i lettori potranno assaggiare ne “Il grande assassino”. In accordo con la casa editrice è stato pubblicato il titolo e l’incipit della nuova avventura del commissario Olivieri. I lettori di sicuro si aspetteranno di conoscere meglio i personaggi, principali o secondari che siano. Man mano che andrò avanti, ne scopriranno le paure, le debolezze, gli amori ma…. non voglio svelare troppo.

Quale consiglio darebbe ad uno scrittore esordiente intenzionato a pubblicare le proprie opere? Quali sono i criteri per scrivere un buon romanzo poliziesco?

Sicuramente quello che ho avuto io. Leggere per imparare a scrivere. Fare dei corsi di scrittura e abituarsi a descrivere tutto attraverso i cinque sensi. Una cosa fondamentale indipendentemente dal genere che uno voglia scrivere è abituarsi a mostrare senza dire. Se scrivessi “era una bambina generosa”, credo che sia chiaro a tutti quello che ho appena detto. Ma se questa generosità, viene mostrata attraverso una scena, questa cosa ha tutta un altra rilevanza. Se mostriamo, utilizzando come ho detto tutti i sensi, due bambini, magari fratello e sorella che stanno mangiando un gelato e ad un certo punto, il fratellino minore inciampa facendo cadere il gelato e subito dopo la sorellina che rivolgendosi al piccolo dice: «tieni, puoi prendere il mio tanto a me non andava.» Inutile dire che abbiamo mostrato la generosità di questa bambina senza l’utilizzo della parola “generosa”. Al di la di questi espedienti che si imparano nei corsi di scrittura creativa, come anche costruire i personaggi, la suspense ecc… quando uno crede di essere pronto con il romanzo, la prima cosa da fare è farlo maturare qualche settimana in un cassetto. Sì, dimenticarsi per un po’ della cosa, svagarsi. Poi rileggerlo tutto d’un fiato senza prestare attenzione agli errori di ortografia, ma solo al fatto che la storia fili e che tutto si al posto giusto. Ad esempio date, nomi, ecc… Poi consiglio di far leggere il manoscritto a qualche amico o amica che prediliga il genere e non aver paura di essere criticati su l’una o l’altra cosa. Dopo di che passare alla fase di correzione vera e propria ed infine preparata una bella sinossi ed una bella lettera di presentazione, inviarlo a più editori possibile, prestando attenzione al genere che accettano, ma anche alle modalità di spedizione (mail, posta normale). Ricordate la vostra caparbietà vi farà pubblicare il vostro romanzo. Per quanto riguarda i criteri, ce ne sono tantissimi, basta cercare su internet. Dico questo perché quando l’ho fatto io, mi sono messo a ridere così tanto che se ci penso adesso, mi scappa da ridere di nuovo. Tra le dieci regole ce ne una che dice: “non ci deve essere nessun personaggio cinese nella storia”. Non mi chieda perché, so solo che le altre regole anche se più che giuste, sono state nella storia tutte violata da grandi scrittori, basti pensare al nostro Umberto Eco, dove nel romanzo “Il nome della rosa”, ha utilizzato un veleno sconosciuto, proibito dal decalogo del giallo. Questo per dirle che se uno inventa una trama costruita ad arte che non inganni ovviamente il lettore, ma che alla fine faccia tornare a posto tutte le prove e gli indizi disseminati, credo che vada sempre bene. Detto questo, credo che un giorno metterò un personaggio cinese in uno dei miei romanzi.

Qual’è la previsione di vendita della Casa editrice? Quante copie saranno stampate con la prima tiratura?

E’ difficile rispondere a questadomanda, perché dietro al lancio di unromanzo c’è un lavoro di marketingimpressionate da parte della casaeditrice credo che non sempre si possaprevedere come andrà. Ovviamente nelmio caso Settore8 Editoria ha valutatola tiratura iniziale solo per coprire leprime settimane di uscita in 1000 copie.Non sembrano tante, ma le possoassicurare che sono cifre davveroimportanti. Se si pensa che la scrittriceJ.K. Rowling ideatrice di Harry Potter,nei primi mesi di lancio del primoromanzo, in Inghilterra aveva venduto circa 5000 copie è presto detto. Non è certo il mio caso, non posso paragonarmi neanche lontanamente alla Rowling, era semplicemente per dire che è molto difficile fare un previsione. Tornado ad Harry Potter pensi che il passa parola dei lettori, gli ha fatto attraversare la Manica, propagandosi in tutto il mondo. Ad oggi è tradotto in 77 paesi ed a venduto 450 milioni di copie. Adesso però c’è da leggere “Il grande assassino” pubblicato e distribuito a livello nazionale da Settore8 Editoria. Grazie infinite per il tempo che mi avete concesso

Articolo a cura di

Alessandro Chimenti